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SVILUPPARE EFFICIENZA
nell'era dell'incertezza
con i nostri tessuti formativi

 Ormai è un dato assodato che l’incertezza è entrata per sempre nelle nostre vite e nelle nostre aziende.

Per affrontare una transizione profonda come quella che ci attende, le imprese devono superare la sfida  di una vera e propria evoluzione culturale resa ancor più rischiosa da un contesto fluido e altamente incerto.

Nella nostra cultura la capacità di cambiare è ritenuta un valore positivo. Nella realtà dei fatti però la reazione naturale alla prospettiva di un cambiamento, anche quando ritenuto necessario e utile, è quella della resistenza.  Cambiare è un rischio, un salto nel buio.

L’ansia da cambiamento è tanto più forte quanto più si tratta di cambiare non solo aspetti materiali o procedurali per “fare meglio quello che si faceva prima” (cambiamento 1: di abitudini), ma coinvolge anche aspetti maggiormente legati all’identità e alle convinzioni profonde (cambiamento 2: di prospettiva e di presupposti). Quando si tratta di cambiare il significato del proprio agire aprendosi ad un diverso orizzonte da quello abituale, cioè di cambiare la propria mente, allora l’ansia si accresce ancor più e sconfina nella paura dell’incertezza.

Il momento storico sta imponendo alle imprese di affrontare un cambiamento di «tipo 2», cioè un cambiamento prioritariamente culturale.

Davanti a questo scenario la formazione non può più dare risposte “tradizionali”, per questo Execo ha sviluppato una serie di corsi studiati con docenti universitari, manager d’azienda e consulenti specializzati sul tema del cambiamento per aiutare l’azienda  ad affrontare l’incertezza nelle sue molteplici manifestazioni partendo dalle competenze.

Learning Agility

"Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, noi stessi diventiamo qualcosa di nuovo" - Leo Buscaglia

In un mondo in evoluzione, in continuo cambiamento e sempre più complesso il rischio di rimanere fermi, bloccati dall’incertezza del contesto, di chiudersi “a riccio” è estremamente alto.

Bisogna imparare ad essere più “volpi”.

La Learning Agility libera la capacità di adattarsi, imparare e mantenere la concentrazione in situazioni in cui le condizioni ambientali possono mutare rapidamente.

La Learning Agility è uno stile di pensiero, fondamentale per navigare con successo nell'era dell'incertezza, che consente di imparare in modo rapido e continuo dalla realtà che si sta vivendo. In pratica la Learning Agility è l’abilità di analizzare e comprendere situazioni nuove e complesse, cogliere gli elementi importanti, assimilare nuove informazioni, pensare in modo flessibile, riconoscere gli errori – non nascondendoli sotto il tappeto ma imparando da essi – ed assumendosi i rischi.

Partendo dall’analisi del contesto andremo ad identificare le tipologie di comportamento migliori aiutando i partecipanti a riconoscere i propri obiettivi, i propri punti di forza e di debolezza, portandoli a costruire un piano d’azione che li guidi verso un percorso di consapevolezza.

La paura genera coraggio

"Il coraggio è il risultato della gestione vincente della paura, non la sua cancellazione. La differenza tra chi è coraggioso e chi è pavido sta nel fatto che l’uno accetta la paura e la gestisce, l’altro non la accetta e la subisce" - Giorgio Nardone


La paura non è certo una novità per la nostra vita, l’umanità l’ha conosciuta fin dai suoi albori.
In questo momento storico, critico e complesso, la maggior parte delle persone vive in uno stato di costante preoccupazione: la precarietà del lavoro e delle risorse finanziare, la crisi, il malessere sociale, intensificano sempre di più vissuti di paura e instabilità.


La paura rischia di farci vivere in una costante indecisione, limitando l’efficienza professionale e personale, creando tempi prolungati nell’agire; sviluppando dipendenza dal supporto altrui.
La paura porta di solito le persone a rimanere nella propria area di comfort e troppo spesso, chi ha paura, non vuole neppure scoprire i confini delle proprie capacità, desidera soltanto fare il minimo indispensabile per ottenere un sufficiente livello di benessere e poi proteggerlo.


La paura, anche se non gode di una buona reputazione, è in realtà un’emozione benefica che può diventare una preziosa alleata, acuendo i sensi, attivando l’attenzione e mettendo in moto la mente.
La paura trasformata in coraggio, può offrirci delle reali intuizioni e portarci a soluzioni inaspettate, può farci acquisire maggior benessere ed efficacia professionale, renderci performanti nella prestazione che siamo chiamati a svolgere.

Rischiare consapevolmente

“Rischiare di scottarsi è sempre più fruttuoso che rimanere immobili e congelare” Rischiare grosso –
Nassim Nicholas Taleb


Gli scienziati hanno scoperto che i neandertaliani restarono circoscritti allo stesso territorio senza rischiare nulla e questo fu per loro motivo di estinzione, mentre l’Homo Sapiens, rischiando, migrò in un flusso costante di piccoli gruppi dall’Africa vero il territorio europeo; questo ha stabilito un vantaggio evolutivo.


C’è qualcosa di loro, in tutti noi, ancora oggi: il rischio è insito nella nostra natura.
Il mondo del lavoro a tutti i livelli non premia più i meri esecutori, ma premia coloro che rischiano provando a sperimentare nuove soluzioni, a produrre nuove idee.


Le aziende hanno sempre più bisogno di persone dinamiche, abili a gestire mutamenti continui che richiedono agilità mentale, propensione alla sperimentazione, abitudine all’incertezza, al rischio, alla capacità di apprendere dagli errori e di risolvere problemi sempre nuovi e sempre più complessi.


Non rischiare vuol dire avere basse aspirazioni, vuol dire accontentarsi, non usare tutte le potenzialità a nostra disposizione. La paura di rischiare frena e rimpicciolisce i nostri obiettivi, restringe la nostra vita e pone dei limiti alle nostre risorse. La verità è che senza rischi, non si può progredire né migliorare: assumersi dei rischi ed anche  sbagliare
è parte integrante della crescita nel lavoro e nella vita personale.



Per maggiori informazioni sui corsi scrivi a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

"Devi essere come un francobollo: restare incollato a una cosa sola fino all’arrivo" - Josh Billings

La capacità di attenzione è una risorsa molto preziosa, è un elemento che influisce in modo significativo sulla nostra vita personale e professionale.

Riveste una notevole importanza rispetto al modo in cui affrontiamo l’esistenza, sulla nostra capacità di prendere decisioni.
Viviamo in una realtà iperstimolata, soprattutto nel contesto professionale e questo spesso stordisce e disorienta. Facciamo sempre più fatica a focalizzare il nostro interesse per un tempo sufficiente, con la conseguente diminuzione dell’efficienza, della consapevolezza e della qualità del lavoro.

Un’attenzione stabile e continuata ci permette di migliorare le nostre performance, ci da la possibilità di affrontare compiti complessi, migliorare la nostra capacità decisionale.
La concentrazione è lo step successivo, è un atto della mente che implica necessariamente la volontà è la capacità di riuscire a tenere ferma l’attenzione verso un determinato punto di riferimento, inibendo stimoli distraenti oppure riportando l’attenzione nuovamente allo stimolo originario.

Una profonda concentrazione permette di accedere al nostro pieno potenziale e migliorare la performance.

Trasformare gli svantaggi in strategie vincenti

“L’uomo ragionevole adatta se stesso al mondo. L’uomo irragionevole persiste nel cercare di adattare il mondo a se stesso. Perciò ogni progresso dipende dall’uomo irragionevole“-  George Bernard Shaw

Oggi, intorno a noi, possiamo trovare molti riferimenti ed esempi che ci riconducono alla
dimensione di battaglie “impossibili”, che diventano possibili.
Le testimonianze personali più forti nascono proprio dall’aver vinto una sfida. L’atto di confrontarsi con situazioni difficili produce grandezza e bellezza. Il fatto di partire svantaggiati in una situazione, può cambiare le persone in modi di cui spesso non ci rendiamo conto: può aprire porte e creare opportunità, educare e illuminare, rendere possibili cose che altrimenti sarebbero apparse inimmaginabili.
Ragionevolezza o azzardo? Strategia o attesa?
Nella giornata di corso affronteremo la natura delle battaglie e scopriremo gli strumenti per affrontare i giganti che assediano quotidianamente la nostra esistenza. Per vincerli.

Comunicazione Consapevole - attraverso la metafora della musica

Nell’era dell’incertezza è necessario trovare  strategie efficaci  per tutte le attività quotidiane.
In un’epoca di iperstimolazione anche la comunicazione deve essere gestita con il massimo dell’attenzione.
La musica rappresenta la metafora perfetta per comprendere quanto sia importante essere credibili per arrivare a trasmettere la giusta passione a chi ti sta ascoltando.
È infatti la capacità di coinvolgere attraverso passioni ed emozioni che rendere efficace la comunicazione.
La capacità di trasmettere passione è innata?
Partendo dal presupposto che la consapevolezza e lo studio sviluppano le giuste capacità, analizzeremo tutti gli aspetti che rendono credibile una comunicazione che sia one to one o rivolta ad un pubblico più ampio lavorando sulla voce e sulla presenza scenica come avviene nella musica.

Il corso sarà a cura di un esperto in public speaking e coach di presenza scenica nel panorama musicale.

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Ormai è un dato assodato che l’incertezza è entrata per sempre nelle nostre vite e nelle nostre aziende.

Per affrontare una transizione profonda come quella che ci attende, la sfida che devono superare le imprese è quella di una vera e propria evoluzione culturale resa ancor più rischiosa da un contesto fluido e altamente incerto.

Nella nostra cultura la capacità di cambiare è ritenuta un valore positivo. Nella realtà dei fatti però la reazione naturale alla prospettiva di un cambiamento, anche quando ritenuto necessario e utile, è quella della resistenza. Cambiare è un rischio, un salto nel buio.
L’ansia da cambiamento è tanto più forte quanto più si tratta di cambiare non solo aspetti materiali o procedurali per “fare meglio quello che si faceva prima” (cambiamento 1: di abitudini), ma coinvolge anche aspetti maggiormente legati all’identità e alle convinzioni profonde (cambiamento 2: di prospettiva e di presupposti). Quando si tratta di cambiare il significato del proprio agire aprendosi ad un diverso orizzonte da quello abituale, cioè di cambiare la propria mente, allora l’ansia si accresce ancor più e sconfina nella paura dell’incertezza.

Il momento storico sta imponendo alle imprese di affrontare un cambiamento di «tipo 2», cioè un cambiamento prioritariamente culturale.

Davanti a questo scenario la formazione non può più dare risposte “tradizionali” per questo Execo ha sviluppato una serie di corsi studiati con docenti universitari, manager d’azienda e consulenti specializzati sul tema del cambiamento per aiutare l’azienda  ad affrontare l’incertezza nelle sue molteplici manifestazioni partendo dalle competenze.

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